Amputazione? Non necessariamente: i possibili limiti della mediologia
--
Già QUI nei mesi scorsi mi sono speso per tentare di capire quando/come mi sarei rotto.
«Sta avvenendo ora, nell’apocalisse»
Necessità di nuovo codice per avere a che fare col mondo.
Premessa
In DataPunk abbiamo suggerito la possibilità e il bisogno di differenti modelli per percepire i dati e la computazione. Modelli rivolti alla sensibilità, radicalmente queer, alieni, eerie e weird rispetto a quelli attuali.
Si può dire di più, capire di più tirando i fili della storia.
Come avvenne per il teatro di Stanislavskij, è forse giunto il momento di codificare un’evoluzione per descrivere e avere a che fare con la nuova realtà in cui viviamo, composta oggi in così larga parte di dati e di computazione. Storicamente questo passaggio somiglia al tentativo di Lee Strasberg di superare la dimensione psicotecnica verso un codice più diretto, in grado di definire una prassi performativa in cui il codice stesso può (potrebbe) descrivere e mettere in atto uno vero e proprio stato di benessere legato al corpo (attraverso il gesto, la ritualità).
In questo la musica (o meglio il suono) — invece che solo la dimensione visuale oggi dominante — ci può aiutare molto.
Si tratta di un codice che interagisce col mondo su tanti livelli, definendo anche una prassi (una performance), che è direttamente “sentire”. Senza voler alludere a una qualche possibilità di universalità o di fede in qualche principio, il sentire della dimensione sonora è un universo di percezione rivelatore: è un audire con le orecchie, una tattilità che ci arriva attraverso vibrazioni, un ritmo che induce la trance. In maniera laica e senza ridurre stati e condizioni possibili che potremmo raggiungere col corpo, seppur quasi sempre esclusi in quanto queer, weird, eerie e riconducibili ad altre forme di eccesso, difetto e di esistenza. In altri termini è la vita, che è fatta tanto di atomi quanto di altre modalità dell’essere e dell’esprimersi che non sono solo tecniche e lineari ma anche morbide, discontinue, informali, incodificabili, bagnate, fragili, incerte.
Questa esclusione — assieme alla consapevolezza…